Il settore dell’intelligenza artificiale applicata all’immagine sta vivendo una fase di grande fermento, con numerosi player che si stanno affacciando sul mercato. In questo contesto, Adobe ha recentemente presentato il suo nuovo generatore di immagini AI, chiamato Firefly. Questa innovativa soluzione si propone di coniugare l’efficacia del lavoro generativo con la responsabilità nei confronti degli utenti, migliorando al contempo il flusso di lavoro per chi opera nel settore dell’immagine. In questo articolo, analizzeremo nel dettaglio le caratteristiche di Firefly e il suo potenziale impatto sul mondo dell’immagine digitale.

Adobe presenta Firefly: il nuovo generatore di immagini AI per creativi

La classe di intelligenza artificiale si è ampliata con l’arrivo di Firefly: un progetto di generazione di immagini AI sviluppato da Adobe. L’annuncio è stato fatto tramite un post su Instagram dal profilo ufficiale, che includeva alcuni dettagli relativi al progetto e una didascalia audace:

“Firefly è stato creato per dare a tutti i creatori il potere di lavorare alla velocità della loro immaginazione.”

Un obiettivo ambizioso e, bisogna dirlo, avvincente.

La preoccupazione iniziale di Adobe, tuttavia, è di natura etica. La didascalia è il mezzo utilizzato per spiegare la bussola morale di Firefly. È un credo per l’approccio dell’azienda all’intelligenza artificiale: “Responsabilità aziendale e apertura”. Dopo aver stabilito le priorità, è possibile entrare nei dettagli di una nuova funzionalità che, oltre ad avere un potenziale creativo illimitato, mira a migliorare notevolmente il flusso di lavoro dei professionisti. Di conseguenza, è più di un semplice utilitarismo.

Al momento, chiunque può provare la versione beta. Tuttavia, è fondamentale capire da dove provengono le immagini: “Firefly prende in prestito da diversi modelli, in particolare da Adobe Stock”, spiega Adobe. Ciò che conta è che sono tutte conformi al copyright e possono essere utilizzate liberamente senza il rischio di generare oggetti di proprietà altrui. Il tutto con un monitoraggio continuo:

“Esaminiamo regolarmente come viene utilizzato lo strumento per evitare discriminazioni o usi impropri. Questo, piuttosto che essere qualcosa da divulgare, dovrebbe essere una pratica standard per uno sviluppatore. Nessuno di questi dati viene utilizzato da Firefly”

afferma l’azienda, riferendosi all’inviolabilità dei contenuti personali del cloud.

La strategia di guadagno di Adobe per i creatori è intrigante.

“Una volta usciti dalla fase beta, stiamo valutando la possibilità di stabilire dei pagamenti per coloro che offrono informazioni rilevanti per aiutare Firefly a funzionare”.

In seguito sarà sicuramente incorporato in Adobe Express e Adobe Experience Manager.

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